MOZIONI PER LA PACE

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07 ottobre 2024

7/10/2023 – 7/10/2024 un anno di continui orrendi massacri BASTA, CESSATE IL FUOCO !!! pace, giustizia e libertà per tutti i popoli del Medio Oriente



                7/10/2023 – 7/10/2024 un anno di continui orrendi massacri                                                  BASTA, CESSATE IL FUOCO !!!                                                      pace, giustizia e libertà per tutti i popoli del Medio Oriente

 

Presidio del 7 ottobre 2024 - Piazza Ferretto- Mestre

Esattamente un anno fa venne perpetrata un’orrenda strage in Israele, subito dopo moltiplicata in una serie tuttora ininterrotta di immani massacri, nei territori palestinesi di Gaza e poi anche in CisGiordania e infine estesa anche in Libano Siria e Yemen, venendo di seguito. in modo ancora più sanguinario, a decenni di violenze in occupazioni, repressioni, attacchi e attentati, perpetrati da piccole e grandi organizzazioni e da interi governi statali, che ora rischia di ingigantirsi in un generale incendio di tutto il Medio Oriente.

Papa Francesco, con le parole del Patriarca di Gerusalemme Pizzaballa, ci invita a digiunare e a pregare per rompere questa orribile e inutile catena di violenze efferate Come semplici cittadini ormai da molti mesi stiamo proseguendo, in 100 qui e oltre 500 in altre città d’Italia, un DIGIUNO PER LA PACE a staffetta, per denunciare, anche con il nostro corpo, l'enorme gravità di questo attacco all'umanità, in solidarietà con tutte le vittime e per chiedere, con tutta la nostra forza di spirito ma anche fisica: "cessate il fuoco - cessate tutti i fuochi, ora !".

Condanniamo tutti, a gran voce a casa/lavoro/scuola, la pazzia di queste attività di guerra! Esigiamo ovunque e ogni giorno, dalla diplomazia internazionale, dal nostro governo e da tutte le nostre amministrazioni un fattivo impegno in azioni concrete per il cessate il fuoco e per nuove coerenti politiche di Pace!

interrompiamo subito ogni fornitura di materiale bellico italiano alle aree e ai paesi in guerra (interrotta ormai da anni verso Siria e Iran e organizzazioni a loro vicine, e che invece tuttora continua all’esercito israeliano, macchiando così anche l’Italia del sangue di migliaia di innocenti palestinesi e arabi bombardati ogni giorno anche con le ‘nostre’ forniture).

Tutti possiamo agire concretamente per ottenere il cessate il fuoco :

- facendo il Digiuno per la Pace a staffetta, dichiarandolo ovunque;

- aiutando in concreto le popolazioni di Gaza e le altre bombardate e attaccate

- premendo su tutti i parlamentari locali per un voto del Parlamento per la “Palestina Stato (3)

- B.D.S.(Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) boicottando imprese e progetti che sostengono l’oppressione e l’apartheid dei palestinesi (4)

- organizzando incontri privati e pubblici di dialogo con tutti gli interlocutori possibili anche locali

 

Con i risparmi del digiuno soccorriamo le

vittime :

-progetto “PMRS ‘emergenza Gaza’”   vedi nota a margine (1)

-progetto ”Neve Shalom ‘ospedali Gaza’” vedi nota a margine (2)

entrambi da noi conosciuti e seguiti direttamente

Tutti i riferimenti e le informazioni nel ‘blog’."

“DIGIUNO PER LA PACE”

Info e riferimenti per tutte le

azioni proposte in: https://digiunoperlapace.blogspot.com


-------------------------------------- note a margine 

nota (1) 

Io aiuto chi aiuta a Gaza PMRS - Fonti di pace 

Palestianian Medical Relief Society iban

IT45N0103001656000002624683 causale emergenza Gaza


chi volesse informazioni clicchi qui https://pmrs.ps/ 

Questa organizzazione ci è stata convintamente segnalata da don Nandino Capovilla (di Pax Christi, Venezia) che di alcune sue attività nei luoghi palestinesi ha conoscenza diretta, e che il conto corrente indicato per sostenerlo è di persona 'specchiata' che da anni comprovatamente trasferisce quanto raccolto in Italia alla associazione nei luoghi o persino direttamente ai suoi singoli operatori quando il trasferimento alla associazione è impedito o ostacolato. Possiamo sottolineare infine anche il carattere 'progressista' dell'associazione, che persegue la promozione dei diritti sanitari, in modo ugualitario anche tra le diverse popolazioni di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme.               
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nota (2)

(clicca sul link di seguito per approfondire) Progetto "Neve Shalom" - Ospedali di Gaza 

L'associazione italiana Amici di Neve Shalom Wahat al-Salam

- Obiettivi
- Storia

- Sviluppi
- Statuto
- Per collaborare

Obiettivi

L'Associazione Italiana Amici di Nevè Shalom Wahaat as Salam, come le sue 12 sorelle in altri paesi del mondo, sostiene moralmente e materialmente il Villaggio di NShWaS, favorisce i legami, i contatti, gli scambi tra i membri del Villaggio e coloro che, in Italia, ne condividono le idealità ed i progetti, e ne sostengono le attività e le realizzazioni. torna all'indice

Storia

L'Associazione Italiana Amici di NShWaS, è stata fondata il 19 giugno 1991 da Renzo Fabris, su sollecitazione del fondatore Padre Bruno Hussar che di Renzo Fabris era amico da anni. Renzo Fabris,( 1929-1991), dirigente d'azienda e professore universitario, è stato in Italia uno dei pionieri del dialogo cristiano-ebraico. Studioso rigoroso e appassionato,nei suoi numerosissimi scritti-alcuni dei quali sono stati raccolti in volumi pubblicati dopo la sua morte- ha sviluppato ed approfondito con sguardo anticipatore e lungimirante molti temi riguardanti sia il mondo dell'impresa che la realtà di Israele, nella storia e nel tempo presente. Bruno Hussar lo aveva messo a parte del suo "sogno", -la fondazione di un Villaggio dove famiglie ebree e palestinesi vivessero insieme nel mutuo rispetto delle loro culture,costruendo strumenti di educazione per una gestione pacifica del conflitto- coinvolgendolo perché ne diventasse il sostenitore in Italia. Renzo Fabris era dunque stato, dai primi anni '70, insieme a pochi altri, il referente in Italia per la creazione e lo sviluppo di una rete di amici, che progressivamente si ampliava, fino alla costituzione dell'Associazione, nel 1991.(vedi Statuto) torna all'indice

Sviluppi

Dal 1991 a oggi, l'Associazione è progressivamente cresciuta, sia come numero di aderenti e simpatizzanti, che come impegni educativi e di sensibilizzazione attivati nel nostro paese. Un contributo importante al suo sviluppo è stato dato dall'agenzia educativa CEM Mondialità, grazie anche all'azione convinta e appassionata di Domenico Milani, padre saveriano, che aveva voluto lanciare una campagna di sostegno e diffusione di questo progetto educativo in due successivi Convegni nazionali, 1987-89. Lo stesso Bruno Hussar era più volte venuto in Italia a raccontare come il suo "sogno" stesse diventando realtà, attirando l'attenzione dei media.(vedi Rassegna Stampa).

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nota (3)

vedi PROPOSTA DI LEGGE presentata dall'associazione "Schierarsi" il 28 giugno 2024 in Parlamento con una raccolta firme.

Testo

Proposta di legge recante: “Riconoscimento dello Stato di Palestina come Stato sovrano e indipendente, conformemente alle risoluzioni delle Nazioni Unite e al diritto internazionale.”

Con la presente proposta di legge si intende riconoscere in modo esplicito e de jure lo Stato di Palestina.

La risoluzione dell’ONU numero 3237 del novembre 1974 ha riconosciuto all’OLP (organizzazione per la liberazione della Palestina) lo status di osservatore ritenendo opportuno aprire un costante dialogo internazionale per regolamentare congiuntamente ogni questione relativa all’autodeterminazione del popolo palestinese e giungere ad un processo di pace. La successiva risoluzione dell’ONU numero 43 del 1997 ha meglio definito il nome OLP

attribuendole in ogni documento ufficiale una più chiara qualifica di Stato, riconoscendo inoltre al nascente soggetto una serie di diritti e privilegi tra i quali la possibilità di essere ascoltato nei più differenti consessi internazionali in occasione di dibattiti riguardanti il territorio e la popolazione della Palestina. Ancora, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione n.67/19 nel novembre del 2012 riconoscendo alla Palestina lo status di osservatore permanente, come Stato non membro, conferendo uno status equivalente, in seno all’Onu, a quello riconosciuto allo Stato della città del Vaticano.

In attuazione dell’art.21 del Trattato sull'Unione europea (TUE) che precisa che l'azione dell'Unione sulla scena internazionale ha, tra gli altri, le finalità di preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, il Parlamento Europeo con la risoluzione 2014/2964 ha approvato, con larga maggioranza, il riconoscimento dello Stato di Palestina non mancando di ricordare che il fine da perseguire attraverso la ricerca della creazione dei due Stati rientra nella competenza dei singoli Stati membri e ponendosi, quindi, come uno strumento di indubbia rilevanza politica sovranazionale e caratterizzandosi per una sua sollecitazione rivolta, sia pure indirettamente, agli stessi Stati membri dell’Unione Europea.

Lo Stato di Palestina oggi è riconosciuto da un numero di Paesi che rappresenta circa l’80% della popolazione mondiale, pari a più del 70% dei membri delle Nazioni Unite. Il processo di pace avviato dagli accordi di Oslo del 1993-1995 si è, di fatto, arrestato con l'uccisione di uno dei firmatari degli accordi stessi: il Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin, assassinato nel novembre 1995 da estremisti israeliani contrari allo smantellamento delle colonie e alla costituzione dello Stato di Palestina.

2

I tragici eventi occorsi dal 7 ottobre 2023 non lasciano spazio ad ulteriori rinvii rispetto alla necessità di coinvolgere in un tavolo di mediazione due popoli che abbiano entrambi la medesima dignità di cittadini di uno Stato libero, indipendente e sovrano.  Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al vertice del Cairo per la Pace del 21 ottobre 2023 ha espressamente dichiarato che: “... il Popolo Palestinese deve avere il diritto a essere una Nazione che si governa da sé, in libertà, accanto a uno Stato di Israele al quale deve essere pienamente riconosciuto il diritto all’esistenza e il diritto alla sicurezza. Su questo l’Italia è pronta a fare assolutamente tutto ciò che è necessario...”. Di fatto l’Unione Europea e le Istituzioni Italiane intrattengono, ormai da diversi anni, solidi rapporti di natura diplomatica e istituzionale con la Palestina, così come, tra altro, reso di pubblico dominio da quanto riportato attraverso il sito web ufficiale del Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme. Tutte le più alte Istituzioni italiane incontrano con frequenza ormai costante, e da diversi anni, i rappresentanti omologhi delle Istituzioni palestinesi intrattenendosi nei diversi incontri formali dai quali emerge costantemente la posizione condivisa dalle parti di non poter ulteriormente rimandare il processo di riconciliazione israelo-palestinese, per il bene di tutta la comunità internazionale. Contribuire in modo concreto al processo di pace nella regione, da ricercare anche attraverso la soluzione del riconoscimento dei due Stati, di Palestina e di Israele, è uno degli obiettivi frequentemente dichiarato dalle più alte Istituzioni italiane in ogni occasione di incontro con le Autorità palestinesi. Crescenti negli anni e sempre più solidi sono ormai anche i rapporti di natura economica, di cooperazione e di ricerca in ambiti di interessi comuni e che le nostre istituzioni supportano attivamente, assieme all’impegno della società civile italiana che ha raggiunto, con gli operatori privati e gli enti locali palestinesi, un altrettanto ampio e crescente interesse condiviso. Secondo i dati di Eurostat sulle attività di import-export, l’Italia ha registrato negli anni crescenti scambi commerciali verso i territori palestinesi raggiungendo livelli molto alti. (A gennaio 2022 per un valore pari a 2,4 milioni di Euro, in aumento rispetto agli 1,5 milioni di Euro dello stesso mese del 2021, pari a un +57,4%).

L’approvazione di questa proposta di Legge, a giudizio dei promotori e dei sottoscrittori, è indispensabile per fare un passo avanti verso la fine delle sanguinose vicende del Medio Oriente attuando i principi cardine della nostra Carta Costituzionale che pone l’Italia come soggetto mediatore nella risoluzione dei conflitti. 

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3

INIZIATIVA LEGISLATIVA POPOLARE AI SENSI DELL’ART.71 DELLA COSTITUZIONE

Art.1

L’Italia riconosce lo Stato di Palestina con capitale Gerusalemme est come Stato sovrano e indipendente, conformemente alle risoluzioni delle Nazioni Unite e al diritto internazionale.

Art.2

La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta

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nota (4)

BDS Italia

 BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale. Il movimento BDS sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa. (https://bdsitalia.org)

COMUNICATO

BDS Italia condanna fermamente il divieto posto dalla Questura di Roma allo svolgimento della manifestazione del 5 ottobre indetta dalle associazioni e dalle comunità palestinesi, a cui aveva deciso di aderire. Il divieto, con la motivazione pretestuosa di evitare una “celebrazione” del 7 ottobre e di prevenire scontri e attacchi antisemiti, in realtà ha obbedito alle richieste di forze politiche che sostengono Israele e di gruppi sionisti. 

Il governo sta già mettendo in pratica, prima ancora della sua approvazione da parte del Parlamento, il ddl 1660 sulla sicurezza pubblica, che mira a colpire ogni protesta e manifestazione di dissenso introducendo una serie di reati che non si erano mai visti neanche in vigenza del famigerato codice fascista Rocco. 

Il governo è complice degli eccidi in corso sui vari fronti di guerra e non ha alcuna sensibilità per il genocidio del popolo palestinese: 42.000 morti di cui il 70% donne e bambini, a cui vanno aggiunte decine di migliaia di dispersi, e oltre 100.000 feriti. Il Libano rischia di diventare un’altra Gaza, con migliaia di morti e feriti, col rischio che la guerra coinvolga altri stati. 

Israele dice di volersi liberare delle “organizzazioni terroristiche” tanto a Gaza che in Libano, ma sta compiendo atti di terrorismo di stato, bombardando e costringendo all’evacuazione intere popolazioni, con l’intento di attuare una pulizia etnica, condotta con sommo disprezzo dei vivi e dei morti. Le azioni che compie sono di una ferocia e disumanità inaudite, ma può permettersele perché Stati Uniti, in primo luogo, ed Europa al seguito, con l’Italia in prima fila, lo assistono e lo sostengono, garantendogli una impunità totale.

Questa impunità è costruita su decenni di violazione del diritto internazionale e sulla complicità internazionale, diretta e indiretta. Ogni stato che ha armato, finanziato o giustificato le atrocità di Israele, ogni società, istituzione, media, fondo di investimento che ha continuato a fare affari come al solito con Israele o con le sue istituzioni è complice. Tutti questi condividono la responsabilità del genocidio e devono essere tenuti a rispondere di questa responsabilità.

È necessario rompere il muro del silenzio, della disinformazione e dell'indifferenza e rilanciare ancora con più forza e determinazione iniziative per chiedere il cessate il fuoco, lo stop al genocidio e la fine del regime israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid.

In particolare, anche in Italia dobbiamo rafforzare le iniziative per colpire le complicità di governo, aziende, istituzioni e università che garantiscono il sostegno ai crimini di Israele e gli garantiscono l’impunità: azioni di boicottaggio e disinvestimento e la richiesta di sanzioni internazionali contro Israele, incluso un embargo militare con lo stop alle forniture di armamenti a Israele e la fine di ogni forma di cooperazione nel settore militare e della sicurezza. È così che possiamo esprimere la nostra solidarietà concreta al popolo palestinese e a quello libanese

BDS Italia rivendica il diritto di manifestare liberamente contro ogni censura e divieto, a fianco del popolo palestinese che resiste allo spietato regime di oppressione e alle strutture dell’oppressione coloniale di Israele e lotta per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza.

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